Chi si avvicina al mondo della viticoltura o dell’enologia, prima o poi incontra questo termine curioso: barbatella. Ma esattamente, cosa sono le barbatelle? Lo spieghiamo, in poche e semplici parole, di seguito… per poi andare ad aggiungere una S e vedere invece cosa (o meglio chi) sono le Sbarbatelle.

Cosa sono le barbatelle?

Le barbatelle sono piantine di vite giovani, ottenute per talea o per innesto. Si tratta quindi di piccole viti già pronte per essere messe a dimora in un vigneto e crescere fino a diventare piante adulte capaci di produrre grappoli.

Il termine “barbatella” deriva dalla parola “barba”, che in botanica indica le prime radichette che si sviluppano nella giovane pianta. Proprio queste radici permettono alla barbatella di attecchire nel terreno e iniziare la sua crescita.

Come si crea una barbatella?

Ci sono due modi di dare vita a una barbatelle, ciascuna con delle conseguenze ben specifiche.

Barbatelle tramite talea

Le barbatelle vengono ottenute per talea prelevando un tralcio di vite con almeno due gemme e piantandolo nel terreno. Questo andrà poi a sviluppare radici nella parte inferiore e un germoglio nella parte superiore. Avremo in questo modo una vite a piede franco, ovvero con radici proprie.

In questo modo, la pianta garantisce una produzione equilibrata e prolungata nel tempo (oltre che, per qualcuno, più ricca anche a livello di aromi e nutrienti). C’è però un grande svantaggio, come vedremo di seguito: la fillossera.

Barbatelle tramite innesto

In questo secondo caso, si procede in maniera differente: il processo inizia con la germinazione del portainnesto, che è una vite americana resistente alla fillossera (un insetto che ha devastato i vigneti europei tra il XIX e il XX secolo). A questo portainnesto viene poi innestato un tralcio della vite europea, scelto in base al tipo di uva che si vuole produrre: Nebbiolo, Sangiovese, Chardonnay…

L’utilizzo di questa pratica è diventato fondamentale dopo la crisi della fillossera, un parassita arrivato in Europa dall’America a metà Ottocento. Questo insetto attacca le radici della vite europea, uccidendola in poco tempo. Tuttavia, la vite americana ha sviluppato una resistenza naturale nei confronti di questo nemico.

I viticoltori iniziarono così a innestare la vite europea su radici americane, ottenendo piante resistenti al parassita, ma in grado di produrre uve di alta qualità. Questo metodo è ancora oggi il più diffuso, anche se l’aspettativa di vita produttiva della pianta è inferiore rispetto alle viti a piede franco.

A cosa servono le barbatelle?

Le barbatelle sono importanti perché:

  • garantiscono uniformità nei vigneti;
  • permettono di scegliere varietà e cloni specifici;
  • facilitano il rinnovo dei vigneti vecchi o danneggiati;
  • consentono di adattare la pianta al tipo di suolo (scegliendo il portainnesto più adatto).

Cosa sono, invece, le Sbarbatelle?

In una recente puntata della seconda stagione di Mosto abbiamo cominciato proprio parlando di cosa sono le barbatelle… per poi passare alle Sbarbatelle.

Non si tratta di un refuso, bensì di un’interessantissima associazione che riunisce le produttrici italiane di vino Under 40, rappresentate in puntata da Francesca Bonzano, cofondatrice di Sbarbatelle e produttrice di vino con la cantina Castello di Uviglie.

Le barbatelle c’entrano eccome, come chiarisce il claim dell’Associazione, “Giovani gemme, radici profonde”. Un claim che trasmette chiaramente l’intenzione delle Sbarbatelle di innovare, innestandosi però su una tradizione profondamente radicata nel tempo e nel territorio.

Ti invitiamo a vedere la puntata per saperne di più sulle barbatelle e… sulle Sbarbatelle, ovviamente!