Se, come noi, ti sei appassionato al vino non solo dal punto di vista pratico (che, per carità, rimane sempre il più interessante), ma anche da quello teorico, potresti esserti imbattuto in questo termine: mosto fiore.
Ma… di cosa si tratta esattamente? Se ne hai bisogno, in un altro articolo partiamo dalle basi e spieghiamo cos’è il mosto tout court. Di seguito, invece, proviamo a rispondere in maniera facile al tuo quesito.
Cos’è il mosto fiore
Il mosto fiore è il liquido ottenuto dalla primissima operazione di pigiatura dei grappoli d’uva e rappresenta all’incirca la metà del peso dell’intero grappolo (anche se questa proporzione può variare a seconda di diversi fattori, tra cui la varietà dell’uva utilizzata).
Caratteristiche
Il mosto che si ottiene da questa prima, delicata spremitura è molto ricco di acidi e di zuccheri, mentre rispetto al mosto di pressa è meno ricco di tannini e di sostanze aromatiche. Questo liquido, detto anche “prima frazione”, è considerato da molti la parte più pregiata dell’acino d’uva.
Utilizzo
Per le caratteristiche sopracitate, il mosto fiore si adatta a essere utilizzato per produrre determinate tipologie di vino, come ad esempio gli spumanti e vini bianchi particolarmente leggeri.
Il mosto fiore, che da un certo punto di vista potrebbe essere accostato all’olio extravergine di oliva, viene in realtà utilizzato nella maggior parte dei casi assieme al mosto ottenuto dalle successive pressature dei grappoli diraspati ed eventualmente messo a contatto con le vinacce.
La misura in cui il fiore viene trattato e viene miscelato al mosto di seconda pressa varia a seconda delle caratteristiche che si vogliono ottenere in un determinato vino (ad esempio, che si voglia ottenere un prodotto più o meno tanninico).
E con questo è tutto… speriamo di avere fatto un po’ di chiarezza sull’argomento e ti invitiamo a seguirci iscrivendoti al canale Youtube di Mosto podcast!