Quando si trovano davanti a una buona bottiglia e a un ospite interessante, gli host di Mosto podcast non starebbero mai muti. Ma il mosto muto esiste, anche se è decisamente tutt’altra cosa: in questo articolo ti spieghiamo cos’è esattamente, come si ottiene e a cosa serve.

Cos’è il mosto muto?

Il mosto muto è un mosto d’uva la cui fermentazione è stata arrestata in modo controllato, mantenendo intatti gli zuccheri naturali del frutto (il nome deriva dal fatto che non presenta il caratteristico gorgoglio del processo di fermentazione).

L’arresto prematura del processo di fermentazione gli conferisce una dolcezza e un profilo aromatico unici, rendendolo un ingrediente versatile sia in ambito enologico che gastronomico, nonché un prodotto enologico fondamentale nella produzione di vini di qualità.

Caratteristiche

Questo prezioso prodotto enologico si distingue per le sue proprietà organolettiche, caratterizzate da un’elevata dolcezza e una ricca gamma di aromi fruttati. Grazie agli zuccheri naturali non fermentati, mantiene una freschezza che lo rende speciale rispetto ad altri tipi di mosti.

Come si ottiene il mosto muto?

I passaggi iniziali per la produzione sono gli stessi di qualsiasi altro tipo di mosto: per scoprirli, ti rimandiamo a questo articolo dedicato.

Una volta archiviate queste fasi preliminari, il passaggio cruciale per ottenere il mosto muto consiste nell’arrestare la fermentazione. Questo può essere realizzato tramite diversi metodi:

Anidride solforosa (SO2)

L’aggiunta di SO2 al mosto inibisce l’azione dei lieviti, mantenendo il mosto dolce e non alcolico.

Aggiunta di alcol

Un altro modo per arrestare il processo fermentativo consiste nell’aggiungere al mosto quantità rilevanti di alcol, che andranno a inibire l’azione dei lieviti.

Centrifugazione e filtrazione

Centrifugando e operando un’attenta filtrazione del mosto dai lieviti e dalle sostanze azotate, si previene la fermentazione.

Conservazione

Il mosto muto deve essere conservato in condizioni controllate, spesso a basse temperature e in contenitori ermetici, per preservarne le caratteristiche organolettiche e impedire una fermentazione involontaria.

A cosa serve il mosto muto?

Il mosto muto ha vari utilizzi in ambito enologico e gastronomico. Di seguito elenchiamo i principali:

Produzione di vini dolci e spumanti

Uno dei suoi usi principali è nella produzione di vini dolci e spumanti. Viene utilizzato per aggiungere dolcezza naturale e complessità aromatica, permettendo di creare vini di grande qualità e piacevolezza.

Correzione del tenore zuccherino del mosto

Collegato all’impiego precedente, tra i suoi principali utilizzi troviamo la correzione del grado zuccherino del mosto, che diviene così più ricco di zuccheri.

Conservazione e successivo utilizzo

Fermare il processo di fermentazione può risultare utile anche per conservare più a lungo, in condizioni di temperatura controllata, il mosto (spesso concentrato), per poi utilizzarlo in un secondo momento “riattivandolo” o privandolo della SO2 in eccesso.

Ingrediente per balsamici e condimenti

Infine, è spesso impiegato nella preparazione di aceti balsamici e altri condimenti, dove il suo sapore dolce e concentrato contribuisce a creare prodotti di alta qualità e dal gusto ricco e complesso.

E con questo, abbiamo detto tutto quello che c’era da dire sul mosto muto… e ce ne stiamo un po’ zitti anche noi! 🙂

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